mercoledì 30 marzo 2016

4 aprile: primolunedìdelmese


4 Aprile 2016, ore 20:30
salone Cooperativa Insieme, via Dalla Scola 253, Vicenza

Il "mal d'Europa"
e il sogno di Ventotene


La crisi dell'Unione Europea mai è stata così evidente e drammatica come oggi: dalle politiche economiche alla questione migranti, dalla Brexit alla Grecia, dalla (mancanza di una) politica estera comune alla sua ininfluenza nelle tante crisi internazionali, dai populismi alle destre estreme che la attraversano, dall'apparente assenza di anticorpi in grado di contrastare le tendenze disgregative ai crescenti dubbi se valga la pena continuare a farvi parte e a quali condizioni...

Ne parliamo con
Carlo Clericetti
giornalista economico; qui la sua autobiografia,
il suo blog su repubblica.it e quello personale (Blogging in the wind)

«La proroga senza limiti è un favore alle società petrolifere»

dalla pagina https://drive.google.com/file/d/0BzmHe-a3pijDck5LcGxNcF9qUUU/view?usp=sharing
da Avvenire, 30/03/2016, pag. 8

Intervista a Mario Catania, ex ministro delle Politiche agricole del governo Monti e attuale deputato
«Il governo sbaglia, sull'energia si cambi»

"Il mio sì al referendum è un punto di diritto ma anche nel merito. Sia che affrontiamo la questione dal punto di vista giuridico, sia che la affrontiamo disquisendo di ambiente, lavoro ed energia, non vedo alcun motivo per concedere una proroga sine die delle concessioni". continua

martedì 29 marzo 2016

Referendum Trivelle, 10 cose da sapere per votare informati

dalla pagina http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/03/24/news/referendum-trivelle-10-cose-da-sapere-per-votare-informati-1.255743

L’inquinamento e gli incidenti, gli affari e i rischi per l’occupazione, le tasse e le rinnovabili. In vista del voto del 17 aprile sulle estrazioni 
in mare, sono circolate tante tesi e pochi fatti. Ecco quelli più importanti
di Stefano Vergine

lunedì 28 marzo 2016

Referendum 17 aprile: i vescovi invitano alla partecipazione

Da La Voce dei Berici, Domenica 27 marzo 2016, p. 2

SU COSA SI VOTA
Il 17 aprile in gioco la durata delle estrazioni

Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa e non le attività sulla terraferma, né quelle in mare oltre le 12 miglia dalla costa

Il referendum che si tiene il prossimo 17 aprile, chiede di esprimersi sull’abrogazione della parte del comma 17 dell’articolo 6 del Codice dell’ambiente che dice: «Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale ». In altre parole, ci si dovrà esprimere sull’eventuale prosecuzione delle trivellazioni fino a quando un giacimento non è esaurito. Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa e non le attività sulla terraferma, né quelle in mare oltre le 12 miglia dalla costa. Se vince il sì, le trivellazioni dovranno fermarsi allo scadere della concessione, se vince il no tutto resterà come adesso. Per raggiungere il quorum necessario deve votare la metà degli aventi diritto al voto – chi ha raggiunto la maggiore età – più uno. Due “prima volta” per questo referendum: è il primo convocato su richiesta delle regioni e per la prima volta possono votare gli elettori italiani che per motivi di lavoro, studio o cure mediche siano all’estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale sia convocata la consultazione elettorale.


Da La Voce dei Berici, Domenica 27 marzo 2016, p. 3

L’OPINIONE del prof. Massimiliano Ferronato

«Un territorio fragile servono studi attenti»

Geologicamente la pianura padana e la dorsale adriatica fino all’Abruzzo presentano giacimenti promettenti. L’area adriatica è abbastanza ricca e in mare i giacimenti si trovano a una profondità tra i 1.000 e i 1.500 metri

Massimiliano Ferronato, professore di analisi numerica, sviluppo di modelli per la previsione delle subsidenze e dell’impatto geomeccanico dell’estrazione di idrocarburi all’università di Padova, di trivellazioni se ne intende.

«Geologicamente la pianura padana e la dorsale adriatica fino all’Abruzzo presentano diversi giacimenti promettenti, alcuni sfruttati dagli anni ’50. L’area adriatica è abbastanza ricca e in mare i giacimenti si trovano a una profondità tra i 1.000 e i 1.500 metri.
Il gas è contenuto nei pori di una roccia molto dura che viene bucata e si succhia. L’effetto è quello di una spugna rigida: quindi, estraendo, la roccia si compatta e si realizza una deformazione che arriva alla superficie ».
Questo significa che il suolo si abbassa?
«Sì, è la subsidenza (lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino marino o di un’area continentale NdR) il fenomeno principale che si deve affrontare. Non bisogna aver paura a priori di questo movimento, perché può essere studiato e previsto.
In Adriatico abbiamo conoscenza di cosa può succedere grazie all’elaborazione di modelli matematici che si applicano con ottima affidabilità.
Il fenomeno è insignificante se il suolo cala di 10 centimetri in mare aperto, perché produce un impatto minimo, ma se si verifica accanto alla costa, il risultato è ben diverso: un abbassamento di 10 centimetri a Sottomarina significa perdere un chilometro e mezzo di spiaggia».
Quindi meglio non trivellare?
«Si deve considerare la vulnerabilità del territorio per prevedere quale sarà l’impatto e dunque decidere quando e dove trivellare. Non dobbiamo però usare un approccio ideologico: sfruttare le risorse ha un impatto importante per l’economia, sia per quanto riguarda i posti di lavoro sia, soprattutto, rispetto alla bilancia dei pagamenti».
Che confine rappresentano le 12 miglia marine?
«Le 12 miglia sono un confine più sicuro per la linea di costa che subisce una subsidenza minore. Ma in mare il fenomeno è solitamente poco significativo».
E sulla terraferma?
«Per trivellare in terraferma è necessario studiare caso per caso e mettere in relazione la zona interessata con la vulnerabilità del territorio. In Lombardia in passato si è trivellato a un’altezza di 50 metri sul livello del mare e il calo è stato di qualche decina di centimetri. In Polesine questo non si può fare, sarebbe devastante».
È possibile che l’attività nel sottosuolo sia causa di terremoti?
«Si, gli studi hanno rilevato un collegamento e in genere si tratta di microsismi di 1- 1,5 gradi, ma se pensiamo al terremoto che nel 2012 ha colpito duramente l’Emilia, tutti gli studi condotti hanno detto no: non esiste alcun collegamento. La trivellazione raggiunge i mille, millecinquecento metri di profondità, mentre il sisma ha avuto l’epicentro a 6 km di profondità e si sa che il sisma indotto dalle trivellazioni non si può propagare oltre i 300 metri».


Da La Voce dei Berici, Domenica 27 marzo 2016, p. 3

VESCOVI DEL PIEMONTE Invito alla partecipazione

Votare «perché il mare ci interessa»

Dare corpo e sostanza alla proposta delle Regioni andando a votare perché l’ambiente ci interessa, il mare ci interessa e interessa non solo a noi, ma al nostro futuro e a quello dei nostri figli. Democrazia è partecipazione”.
Mentre manca meno di un mese al referendum del 17 aprile sulle trivelle, si conclude con questo invito il comunicato della Pastorale regionale sociale e lavoro del Piemonte, a firma del direttore don Flavio Luciano e del vescovo delegato monsignor Marco Arnolfo.
Nella nota, diffusa in questi giorni, la Commissione osserva come la questione riguardi anche i piemontesi perché le coste italiane “sono un bene di tutta la nostra patria, sono patrimonio comune a tutti e come tale va tutelato a fronte di uno sfruttamento che può recare danni al paesaggio, al patrimonio biologico marino, alle popolazioni locali che vivono di pesca e di turismo e rischia di produrre un inquinamento difficile da sanare”.
La Commissione aveva già espresso perplessità sul progetto di effettuare trivellazioni nelle province di Biella, Novara e Vercelli e, “in comunione col parere delle Commissioni della Psl delle Regioni coinvolte, reitera anche in questa circostanza le proprie inquietudini a fronte di un disegno che fa parte di un modo di procedere non condivisibile.
Infatti se le popolazioni che vivono in un territorio, che lo hanno fin qui abitato e coltivato esprimono a tutti i livelli un netto diniego a questi progetti, non si vede l’opportunità e la giustezza di decisioni che saranno assunte dall’alto in nome di interessi superiori tutti da verificare e valutare”.
Se otterrà il quorum, questo referendum, si legge nella nota, risulterà “un forte segnale politico affinché le scelte economiche ed energetiche nel nostro Paese cambino radicalmente, aprendo, davvero, l’era delle energie rinnovabili e con esse gli stili di vita, i modelli produttivi e di consumo diventino tutti più improntati al risparmio ed all’efficienza energetica e alla sobrietà, nel rispetto degli obiettivi di Cop 21 e nello spirito della Laudato Sì’ di Papa Francesco”.




«Contro le trivellazioni partecipate al referendum del 17 aprile»

18/03/2016 Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e padre Adriano Sella, coordinatore della Rete interdiocesana Nuovi stili di vita, lanciano un appello in difesa dell'acqua, bene comune, e contro l'estrazione degli idrocarburi.[...] 




Referendum trivelle, i «sì» si fanno sentire

[...] Nella Chiesa si cerca di riportare la discussione alla sostanza dei problemi: l’arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, dichiarando a Radio In-Bluche «il mare Adriatico è molto piccolo» e «nessuno può escludere» che «possa succedere un incidente», chiede di «superare la logica della sola dipendenza dagli idrocarburi», mentre l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro parla di un «ragionevole fondamento al Sì al referendum del 17 aprile», perché «le ferite della nostra terra sono già molte e non devono aumentare». Il presidente della commissione per la pastorale sociale della Cei sottolinea che la sua è una posizione personale, dal momento che il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino ha detto chiaramente che «non c’è un sì o un no da parte dei vescovi». [...]


da Famiglia Cristiana, 27 marzo 2016, p. 20

Referendum il 17 aprile
Trivelle in mare, la Chiesa si mobilita

[...] La Chiesa italiana ha lanciato un appello perché si discuta nel merito della questione. Il segretario della Cei Nunzio Galantino ha invitato ad aprire spazi di confronto con «la gente che vive di quell'acqua e in quei territori». L'arcivescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti, chiede di «superare la logica della sola dipendenza dagli idrocarburi», e l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro parla di un «ragionevole fondamento al Sì al referendum», perché «le ferite della nostra terra sono già molte e non devono aumentare». Per il no alle trivellazioni si sono espressi anche padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e padre Adriano Sella, coordinatore della rete interdiocesana "Nuovi stili di vita".


leggi anche:
 

domenica 27 marzo 2016

Buona Pasqua

Il vescovo Beniamino fa gli auguri per una santa Pasqua di resurrezione a tutti, in particolare alle persone ammalate e che sono sottoposte a prove di vario tipo.
Gesù è il volto della misericordia di Dio Padre che arriva in modo gratuito e rigenerante. Mons. Pizziol ci ricorda che l'esperienza della misericordia ricevuta da Dio ci chiede di essere poi trasmessa ad altri per diventare autentica e fruttuosa.

Gli auguri di Pasqua 2016 del nostro vescovo Beniamino

venerdì 25 marzo 2016

Stato Islamico (IS, ISIS, ISIL o Daesh): come si finanzia

fonti:
https://www.rt.com/shows/sophieco/270322-islamic-state-terror-financing/
http://www.theglobeandmail.com/report-on-business/its-time-we-pull-the-plug-on-terror-funding/article20772479/
http://www.antimoneylaunderinglaw.com/2014/09/islamic-state-who-finances-isis-and-bank-risk-factors-for-terrorist-financing.html
http://www.duhaimelaw.com/2015/04/16/duhaime-law-releases-a-white-paper-on-isis-terrorist-financing-that-highlights/ 
dal documento:
http://www.duhaimelaw.com/wp-content/uploads/2015/04/White-Paper-Terrorist-Financing-Methods1.pdf

Christine Duhaime, avvocatessa canadese, esperta certificata in crimini finanziari e di norme anti-reciclaggio di denaro sporco, è autrice di una accurata ricerca dal titolo "Terrorist Financing and the Islamic State" ("Finanziamento dei terroristi e Stato Islamico") pubblicata nell'aprile 2015.


Nel sommario scrive: "Lo Stato Islamico è una multinazionale che genera profitti, una organizzazione criminale transnazionale e un gruppo terroristico. [...] richiede notevoli risorse finanziarie per sopravvivere e accesso al nostro sistema finanziario. Senza molti ostacoli, noi diamo all'ISIS accesso al nostro sistema finanziario e tale accesso minaccia la sicurezza internazionale, la democrazia e l'economia globale". Continua: "Ci sono tre fasi nel finanziamento dei terroristi: Fase 1 "Finanziamento - raccolta fondi", Fase 2 "Trasferimento di fondi", Fase 3 "Terrorismo". La Fase 1 richiede transazioni finanziarie da numerose fonti. Nella Fase 2, che richiede o meno transazioni finanziarie, fondi raccolti sono consegnati / distribuiti a una delle organizzazioni terroristiche per acquistare armi e servizi per azioni terroristiche (Fase 3).

All'inizio l'ISIS fu finanziata in particolare da donazioni private e organizzazioni dal Qatar e dal Kuwait [alleati degli USA e quindi "nostri"; cf. "Chi finanzia ISIS?"].  Oggi le fonti di finanziamento dell'ISIS sono molteplici (pp. 4-9):
  • proventi dalla vendita di petrolio [in particolare alla Turchia, alleato USA - NATO]
  • proventi dalla industria mineraria e manifatturiera (ad es. miniere di fostati in Iraq, impianti per la produzione di acido solforico e fosforico e cementi in Siria e Iraq); gestire miniere e impianti richiede l'acquisto di beni e servizi da altri Paesi limitrofi [formalmente controllati da USA - NATO o comunque considerati Paesi alleati] utilizzando il nostro sistema finanziario
  • vendita di servizi quali acqua, elettricità, telefonia a privati e società
  • raccolta di imposte e tasse di vario genere da privati e società nei territori controllati (come la tassa che i cristiani devono pagare per il "diritto a vivere") - questi flussi di denaro inizialmente non passavano attraverso il nostro sistema finanziario 
  • pagamento di riscatti, ad esempio in cambio del rilascio di ostaggi cristiani 
  • proventi dal traffico di esseri umani (in alcuni siti web ragazze adolescenti catturate sono in vendita a prezzi fra 8 e 12 dollari), dalla prostituzione, dalla schiavitù 
  • denaro dall'affitto e vendita di immobili confiscati dall'ISIS in particolare a cristiani, sciiti, ufficiali di polizia, politici, etc.
  • confisca di banche - ad esempio dalla Banca Centrale dell'Iraq l'ISIS ha "guadagnato" 425milioni di $; nel gennaio 2015 l'ISIS ha aperto la sua prima banca, Banca Islamica 
  • secondo alcune fonti, ora l'ISIS batte una propria moneta
  • vendita di antichità e reperti archeologici saccheggiati da vari siti e venduti a collezionisti d'arte privati in Europa 
  • traffico di droga verso Paesi limitrofi e da lì verso i vari mercati
  • attività di "fund raising" da varie fondazioni.
Le fonti esterne sarebbero più facili da eliminare [se si volesse veramente farlo], a differenza delle fonti interne, "ma ambedue utilizzano il nostro sistema finanziario"... 
 
Il capitolo più interessante della ricerca riguarda l'utilizzo da parte di ISIS del nostro sistema finanziario: "ISIS Using Our Financial System" (p. 9). 
Da fonti giornalistiche in Turchia, l'ISIS ha aperto un ufficio di consolato ad Ankara per rilasciare visti ufficiali e ha aperto varie altre attività ad Ankara e Istanbul... 

"Non dobbiamo presumere che l'ISIS non si sia reso conto di aver bisogno per sopravvivere di assicurarsi un accesso sicuro al sistema finanziario globale; e [ISIS] sa che noi potremmo tagliarli fuori e dissanguarli [finanziariamente] se avessimo deciso di farlo, applicando in modo rigoroso e globale le leggi finanziarie anti-terrorismo e le leggi anti-reciclaggio. Dovremmo quindi presumere che si siano già assicurati l'accesso alle banche direttamente in Turchia" (p. 10). 

"Ci sono banche che operano in territori controllati da ISIS che sono ancora collegate al nostro sistema finanziario con cui scambiano relazioni bancarie": questo avviene in Siria ma anche a Istanbul, Ankara e città lungo il confine turco: queste banche offrono servizi bancari (fra cui servizi finanziari in valuta statunitense) a membri - leader compresi - dell'ISIS in Siria, Iraq, Turchia e Libano... 

Mogli ISIS con una nuova BMW dalla Francia
"Attraverso la Turchia, ISIS realizza un grande volume di commercio da Siria e Iraq. Comprano alimentari, automezzi, armi, attrezzatura, beni industriali e servizi, abbigliamento... Tutto questo commercio richiede l'uso di conti bancari in Occidente. E tutto questo commercio fornisce supporto materiale a ISIS ed è, quindi, finanziamento al terrorismo. ISIS inoltre vende beni e servizi fuori dalla Siria e Iraq e ciò richiede servizi bancari esteri".

L'ultima parte della ricerca dal titolo "Stopping ISIS Financing" ("Fermare il finanziamento dello Stato Islamico") fornisce una serie di indicazioni pratiche su come "eliminare la consegna e il trasferimento di fondi a organizzazioni terroristiche e loro simpatizzanti, ovunque si trovino nel mondo, Occidente incluso". 

Per ulteriori informazioni: http://www.duhaimelaw.com/

[traduzione mm]

"Piantare semi di fraternità, speranza e solidarietà nel cuore delle persone che incontriamo"

dalla pagina http://www.vicenza.chiesacattolica.it/pls/vicenza/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=3904&rifi=guest&rifp=guest 

Il Vescovo Beniamino incoraggia i presbiteri riuniti per la Messa crismale davanti alla cieca violenza del terrorismo

leggi

Azione di disobbedienza civile in viale Ferrarin a Vicenza: Sabato 26 marzo 2016 ore 11,15

da Coordinamento Cristiani per la Pace   

Memori di Rosa Parks, don Lorenzo Milani e Mario Catagini
Azione di disobbedienza civile 
in viale Ferrarin a Vicenza
sabato 26 marzo 2016 ore 11,15

informazioni nella lettera circolare 2016 n 5