sabato 28 ottobre 2017

Il Presidente di Pax Christi, da Cagliari: “I lavori che nutrono le guerre…”

dalla pagina http://www.paxchristi.it/?p=13377


“Ma non tutti i lavori sono ‘lavori degni’. Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori. Offendono la dignità del lavoratore anche il lavoro in nero, quello gestito dal caporalato, i lavori che discriminano la donna e non includono chi porta una disabilità. Anche il lavoro precario è una ferita aperta per molti lavoratori, che vivono nel timore di perdere la propria occupazione”. (papa Francesco) 



Il Presidente nazionale di Pax Christi, Mons. Giovanni Ricchiuti, a Cagliari per la  48ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, sul tema ‘Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale’, commenta con soddisfazione il videomessaggio rivolto ai partecipanti da Papa Francesco.
“Non dobbiamo lasciare isolata la voce di Francesco”, dice mons. Ricchiuti. “Siamo chiamati tutti a dare riscontro a queste sue parole. Penso alle fabbriche che proprio qui in Sardegna producono bombe che poi l’Italia vende tranquillamente all’Arabia Saudita impegnata da anni a bombardare lo Yemen. In questo caso i lavoratori sono in una sorta di ‘ricatto’, proprio per la mancanza di lavoro. E anche papa Francesco parla di “angoscia di poter perdere la propria occupazione”. Dobbiamo cercare strade di riconversione, dobbiamo trovare vie nuove per evitare che, con la scusa di offrire posti di lavoro, si sostenga sempre più la follia e il grande affare della guerra.”
“La stessa cosa - continua il Presidente di Pax Christi - si può dire per i noti aerei caccia F-35: da sempre Pax Christi ha denunciato l’immoralità di questo progetto, e non solo per gli enormi costi. Ed è significativo che, forse per paura di una reazione dell’opinione pubblica, proprio qualche giorno fa ci sia stato il volo del primo F-35B assemblato a Cameri (No) nel silenzio generale. (www.analisidifesa.it). Ma noi non possiamo tacere davanti al programma militare più costoso della storia Italiana! Ho letto che il Generale Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore della Difesa e vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali, parla di questo silenzio come segno di un paese immaturo, che invece dovrebbe essere orgoglioso: ‘Mi chiedo – dice Camporini - come possiamo pensare di presentarci sulla scena internazionale se rinunciamo a qualsiasi forma di auto-pubblicità, soprattutto su questioni per cui siamo avanti rispetto agli altri paesi?’.
“No non possiamo essere orgogliosi di questo primato. Anzi, ce ne dobbiamo vergognare! Dobbiamo lavorare molto, impegnarci insieme per costruire la pace e non la guerra.”
“E colgo l’occasione - conclude mons. Ricchiuti - per invitare tutti, uomini e donne che vogliono essere artigiani di pace, a venire con noi la sera del 31 dicembre a Sotto il Monte per la Marcia Nazionale per la Pace, promossa da Pax Christi, Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, Caritas italiana, Azione cattolica italiana e Diocesi di Bergamo. Ritorniamo a Sotto il Monte dove si tenne, 50 anni fa, la prima marcia organizzata da Pax Christi; nella città natale di Papa Giovanni XXIII, il papa del Concilio e della Pacem in Terris”.
Cagliari, 28 ottobre 2017

Contatti:
Segreteria Nazionale di Pax Christi:   055/2020375 info@paxchristi.it
Coordinatore Nazionale di Pax Christi: d. Renato Sacco 348-3035658   
drenato@tin.it

giovedì 26 ottobre 2017

30 ottobre - Incontro: "La scuola di gomme"

dalla pagina http://salaam-ragazzidellolivo.blogspot.it/2017/10/la-scuola-di-gomme-incontro.html

Nel villaggio beduino di Khan al Ahmar, vicino Gerico (Cisgiordania) c’è una scuola nel deserto costruita dall’ONG milanese Vento di Terra e dagli architetti di ARCò utilizzando 2.200 pneumatici usati . La Scuola di Gomme esiste anche grazie anche al contributo della Cooperazione Italiana e oggi rischia di essere distrutta a causa di un ordine di demolizione.
 
Guarda il video su questa scuola realizzato da Vento di Terra (a destra del video vi sono molti altri servizi interessanti, sempre sulla scuola e sui progetti in Palestina).
 

Chi demolisce una scuola demolisce il futuro!

LA SCUOLA DI GOMME

venerdì 20 ottobre 2017

OGGI E' LA GIORNATA EUROPEA DELLA MICROFINANZA!

dalla pagina http://www.bancaetica.it/blog/oggi-giornata-europea-della-microfinanza


Si celebra oggi la Giornata Europea della Microfinanza (European Microfinance Day), giunta alla sua terza edizione e organizzata dallo European Microfinance Network (EMN) che riunisce 85 istituzioni da 23 diversi Paesi Europei, tutte accomunate dall’impegno per sviluppare la microfinanza come strumento di inclusione sociale e di sviluppo economico sostenibile.
La giornata di mobilitazione servirà a diffondere la conoscenza delle potenzialità della microfinanza per rispondere ad alcune delle sfide che l’Europa sta affrontando: rafforzare la coesione sociale; far crescere la cultura finanziaria; creare opportunità di lavoro sostenendo l’autoimpiego soprattutto per donne, giovani, migranti.

Banca Etica - insieme a Ritmi e PerMicro - è tra i componenti italiani della rete e pochi mesi fa ha ospitato a Venezia l’assemblea annuale . Siamo stati per anni impegnati nella campagna che ha portato per la prima volta la legge italiana a riconoscere il microcredito nel Testo Unico Bancario e a disciplinarlo poi con i decreti attuativi del 2014. Oggi lavoriamo in rete affinché anche l’Unione Europea riconosca e incoraggi la microfinanza.
Banca Etica è in prima linea: sono stati più di 3.400 i progetti di microfinanza che abbiamo sostenuto in Italia dal 2001, per un totale di circa 23,6 milioni di euro erogati. Etica Sgr ha anche costituito il fondo di garanzia per la microfinanza, alimentato grazie alla scelta volontaria dei clienti sottoscrittori dei fondi comuni d’investimento di devolvere lo 0,1% del capitale investito. Tramite questo fondo abbiamo erogato oltre 400 micro-finanziamenti per un valore di 4,1 milioni di euro. Oggi sosteniamo anche progetti internazionali per 17,5 milioni di euro a favore di 30 mila beneficiari nel mondo anche grazie ad accordi con il Ministero degli Affari Esteri e alla partnership con ONG e istituzioni di microfinanza come Coopmed e Sidi.
In questa giornata partecipiamo all'incontro promosso da RITMI (Rete Italiana Microfinanza) di cui siamo membri: l'appuntamneto è a Siracusa dalle 10 alle 14 presso il Salone Borsellino di Palazzo Vermexio (Piazza Duomo, 4). Per Banca Etica interviene Gabriele Vaccaro, banchiere ambulante in Sicilia. Qui il programma completo.
Oggi invitiamo tutti e tutte coloro che lavorano nelle istituzioni di microfinanza, o in realtà nate grazie alla microfinanza a condividere la loro testimonianza per far sapere all’Europa che il microcredito funziona e può essere uno strumento molto efficace di politiche sociali ed economiche.
Usiamo gli hashtag #2017EMD #FairFinanceForAll e #ScelgoBancaEtica per far sentire la nostra voce.
Qui alcune storie che si sono realizzate grazie al microcredito di Banca Etica ed Etica sgr:


dalla pagina http://www.bancaetica.it/blog/oggi-giornata-europea-della-microfinanza

martedì 17 ottobre 2017

Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo...

dalla pagina http://unipd-centrodirittiumani.it/it/news/Senzatomica-e-Rete-Italiana-per-il-Disarmo-campagna-per-convincere-il-Governo-a-firmare-e-ratificare-il-Trattato-sulla-proibizione-delle-armi-nucleari-dellONU-Italia-Ripensaci/4461

... campagna per convincere il Governo a firmare e ratificare il “Trattato sulla proibizione delle armi nucleari” dell'ONU: “Italia Ripensaci!”


Il 20 settembre 2017, in seguito all'apertura alla firma del “Trattato sulla proibizione delle armi nucleari” (Nuclear Ban Treaty) delle Nazioni Unite, è iniziata la mobilitazione della società civile coordinata da Campagna Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo per convincere il Governo a firmare e ratificare: “Italia Ripensaci!”
La cerimonia di apertura alla firma è stata introdotta dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres seguito dal Presidente dell'Assemblea Generale, dal Presidente del Costa Rica e infine, come rappresentanti della società civile internazionale, il Presidente della Croce Rossa Internazionale e Beatrice Fihn, coordinatrice della campagna ICAN (di cui Senzatomica e Rete Disarmo sono parte). È quindi iniziata la fase di adesione formale alla prima norma internazionale che mette fuorilegge le più potenti armi di distruzione di massa. Si tratta di un passo ormai non più rimandabile, come testimoniano le tensioni internazionali che in questo momento riguardano anche la proliferazione nucleare.
Come noto, l'Italia non ha sostenuto questo percorso di disarmo multilaterale sia votando contro la risoluzione in Assemblea Generale dello scorso anno che convocava una Conferenza di elaborazione del Trattato, sia non partecipando alle negoziazioni di New York concluse lo scorso luglio con l’approvazione di un testo condiviso. Per questo motivo Rete Italiana per il Disarmo e Campagna Senzatomica hanno deciso di lanciare un’iniziativa di pressione sul Governo. Sotto lo slogan “Italia Ripensaci!” verranno raccolte diverse iniziative e azioni con il fine di convincere Esecutivo e Parlamento a cambiare rotta allineandosi a quello che è il sentire comune degli italiani: che le armi nucleari di distruzione di massa siano messe al bando. Per raggiungere questo obiettivo la campagna prevede una firma simbolica del Trattato da parte di cittadini e cittadine per chiedere al proprio Governo di unirsi al percorso multilaterale che renderà il mondo libero da armi nucleari.  Enti Locali, semplici cittadini, sono quindi invitati a fare la propria parte prendendo posizione e gridando “Italia Ripensaci!” con la propria sottoscrizione simbolica.
Gli eventi principali che caratterizzeranno le prime settimane della mobilitazione sono:

  • Presenza al 17th Castiglioncello International Conference “International Security in the Trump Era” Pugwash-USPID Joint meeting, 21-23 Settembre
  • Presentazione del libro “Per un mondo libero dalle armi nucleari” di Enza Pellecchia, 26 settembre 2017 presso il Senato della Repubblica
  • Inaugurazione Mostra Senzatomica il 2 ottobre a Torino
  • Premio Colombe Oro dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo assegnato quest’anno alla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), 10 ottobre a Roma
Tutte le indicazioni su come mobilitarsi e i materiali della campagna sono pubblicati sui siti
www.disarmo.org/ican
www.senzatomica.it


Risorse

giovedì 12 ottobre 2017

NO ALLE BOMBE NUCLEARI IN ITALIA

dalla pagina https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale/u/21627115

INTERVISTA: UNO DEI MAGGIORI ESPERTI SPIEGA CHE COS'E' LA B61-12 

9 ott 2017 — NO ALLE BOMBE NUCLEARI IN ITALIA
APPELLO DEL COMITATO NO GUERRA NO NATO LANCIATO NEL GIUGNO 2016, AGGIORNATO AL TRATTATO SULLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI VOTATO ALLE NAZIONI UNITE NEL LUGLIO 2017


Sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti – documenta la U.S. Air Force – le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire dal 2020 le attuali B61 installate dagli Usa in Italia e altri paesi europei.

La B61-12 – documenta la Federazione degli scienziati americani (Fas) – non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con una potenza media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima; un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.

Le B61-12, che gli Usa si preparano a installare in Italia, sono armi che abbassano la soglia nucleare, ossia rendono più probabile il lancio di un attacco nucleare dal nostro paese e lo espongono quindi a una rappresaglia nucleare.

Secondo le stime della Fas, gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esattezza quante effettivamente siano le B-61, destinate ad essere sostituite dalle B61-12.

Foto satellitari – pubblicate dalla Fas – mostrano che, per l’installazione delle B61-12, sono già state effettuate modifiche nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre.

L’Italia, che fa parte del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma – dimostra la Fas – anche piloti che vengono addestrati all’attacco nucleare con cacciabombardieri italiani sotto comando Usa.

L’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, che all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».

L’Italia rifiuta allo stesso tempo di aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari che, nonostante sia stato votato alle Nazioni Unite da una maggioranza di 122 Stati, viene boicottato e ostacolato in tutti i modi dalla Nato di cui l’Italia fa parte insieme ad altri 28 Stati.

Chiediamo che l’Italia cessi di violare il Trattato di non-proliferazione e, attenendosi a quanto esso stabilisce, chieda agli Stati uniti di rimuovere immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinunciare a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.

Chiediamo che l’Italia aderisca contemporaneamente al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, votato alle Nazioni Unite a grande maggioranza, il quale impegna a non produrre né possedere armi nucleari, a non usarle né a minacciare di usarle, a non trasferirle né a riceverle direttamente o indirettamente, con l’obiettivo della loro totale eliminazione.

Liberare il nostro territorio nazionale dalle armi nucleari, che non servono alla nostra sicurezza ma ci espongono a rischi crescenti, è il modo concreto attraverso cui possiamo contribuire a disinnescare l’escalation nucleare e a realizzare la completa eliminazione delle armi nucleari che minacciano la sopravvivenza dell’umanità. 


Leggi anche:


martedì 10 ottobre 2017

Caporalato digitale...

dalla pagina http://www.repubblica.it/economia/2017/10/02/news/caporalato_digitale_i_dipendenti_invisibili_e_senza_diritti_dei_servizi_low_cost-177099822/

... i dipendenti invisibili (e senza diritti) dei servizi low cost

Fattorini Amazon, hostess Ryanair e “rider” di Foodora: dietro ai nostri vantaggi e alle nostre comodità ci sono lavoratori senza volto e spesso poco tutelati



Milano. Apri la porta, ed ecco arrivato il libro ordinato la sera prima su Amazon. Comodo, comodissimo. Si ringrazia e si saluta il fattorino, che in questo caso è un sorridente sudamericano, nello specifico un peruviano di mezza età. Quanto guadagnerà, per questa consegna che alle 8 di mattina non è certo la prima della sua giornata? 35 centesimi, a fare bene i conti. Perché viene pagato 7 euro l’ora (8,81 lordi), e in quell’ora – grazie all’algoritmo che gli confeziona il percorso - farà circa venti consegne.

Quasi sicuramente è dipendente di una cooperativa, perché Amazon non fa consegne dirette, oppure di una srl. Ma per lui poco cambia: i prezzi orari viaggiano su quella cifra, e lui di conseguenza viaggia come una scheggia su e giù per Milano, a bordo di un furgoncino che la sera deve tornare alla base vuoto, possibilmente. Nelle nostre vite comode, piene di app che forniscono servizi a tutte le ore e di prezzi low cost, compaiono (ma a volte nemmeno li vediamo) quelli che molti definiscono gli “omini”, orribile definizione per preziosi prestatori di servizi, spesso molto mal pagati.
Grazie a loro si vive meglio, ma a quale prezzo per loro? In una giornata ideale, iniziata a Milano, dove tutto fila via veloce e a volte i driver si schiantano contro un tram perché c’è fretta, bisogna consegnare, guadagnare, ed ecco arrivare lo shopper.

Ore 9, un tizio barbuto porge le buste del supermercato preferito, la spesa l’ha fatta lui di persona alle ore 8, a negozio appena aperto. Servizio fornito da Supermercato24, ormai ex startup veronese che fornisce chi fa la spesa al posto tuo, basta registrarsi sulla piattaforma online, scegliere il supermercato (tutti, Eurospin, Carrefour, Coop, Iper, Esselunga…), lui va, sceglie, paga e arriva a casa. Ma quanto ci guadagna, lui? Dipende dalla spesa. Per un valore che va da 10 a 30 euro, gliene entrano in tasca 5. E su su, fino a una maxi spesa da 200, dove a lui ne spettano quattordici, da pagargli alla consegna.


[...] 

«Comunque, non viene fuori uno stipendio», dice Massimo Bonini, segretario della Camera del Lavoro di Milano e specialista di gig economy, l’economia dei “lavoretti”. «Siamo al di sotto della sussistenza. Un discorso che vale per tutti, Deliveroo, Glovo, Justeat eccetera». Aggiunge Stanzione della Cgil: «La nostra battaglia è inserire i rider nel prossimo contratto trasporto merci».

[...]
  

domenica 8 ottobre 2017

La NATO boccia il disarmo nucleare...

dalla pagina https://www.pandoratv.it/larte-della-guerra-la-nato-boccia-il-disarmo-nucleare/

Video
 
Il Consiglio nord-atlantico (formato dai rappresentanti dei 29 stati membri), nella dichiarazione del 20 settembre, sostiene che «un trattato che non impegna nessuno degli stati in possesso di armi nucleari non sarà effettivo, non accrescerà la sicurezza né la pace internazionali, ma rischia di fare l’opposto creando divisioni e divergenze». Chiarisce quindi senza mezzi termini che «non accetteremo nessun argomento contenuto nel trattato».
A cura di Manlio Dinucci
Editing Santiago Martinez de Aguirre 



dalla pagina https://ilmanifesto.it/litalia-ratifichi-il-trattato-di-interdizione-delle-armi-nucleari/

L’Italia ratifichi il «Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari» 

Al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Capo del Governo
 
All’ONU il 7 luglio scorso è stato adottato uno storico Trattato che proibisce gli ordigni «atomici» promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, assenti le 9 nazioni che possiedono la bomba «atomica» e tutti i Paesi NATO (eccetto l’Olanda).
Un movimento mondiale disarmista, che ha sospinto il voto coraggioso di 122 stati «battistrada» – per lo più del «movimento dei non allineati»-, ha reso concreta la speranza che l’Umanità riesca finalmente a liberarsi dalla più terribile minaccia per la sua sopravvivenza, tenendo conto che una guerra nucleare può essere scatenata addirittura per caso, per incidente o per errore di calcolo.
Anche il Parlamento Europeo ha approvato, il 27 ottobre 2016, una risoluzione su questi temi (415 voti a favore, 124 contro, 74 astenuti), invitando tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a «partecipare in modo costruttivo» ai negoziati ONU, quelli che successivamente hanno varato il Trattato del 7 luglio.
Ci ha sorpreso e indignato l’assenza del governo italiano alle sedute dei negoziati in sede ONU. Siamo coscienti, con tutte le alte autorità scientifiche, civili, morali e religiose, che in tal senso si sono espresse, che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca sono contrarie al bene dell’umanità e all’etica di ogni civile convivenza.
Lo abbiamo già ricordato ma non lo si ripeterà mai abbastanza: indipendentemente dallo Stato di appartenenza, l’esistenza stessa delle armi nucleari è universalmente riconosciuta come una terribile minaccia per la vita dei popoli e dell’ecosistema terrestre. Una minaccia oltretutto assurda perché una guerra nucleare, persino con limitato scambio di missili, risulterebbe comunque catastrofica.
In ragione di ciò, chiediamo al nostro governo di lavorare perché questi ordigni siano ripudiati e di attivarsi perché vengano ovunque aboliti.
Per questo chiediamo che l’Italia ratifichi al più presto il Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari del 7 luglio 2017, in coerenza con l’art. 11 della nostra Costituzione, anche per dare impulso all’alternativa di una economia di pace.
L’Italia, per essere coerente e credibile con quanto sopra richiesto, deve liberarsi con decisione autonoma delle bombe nucleari USA ospitate a Ghedi ed Aviano, anche perché, nell’interpretazione che dobbiamo far valere, violano il Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Si tratta delle bombe B61 indicate dalla «Federation of Atomic Scientists» (FAS) – ma ufficialmente è «riservato» quante e dove siano -, che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12.
E dovremmo mettere in conto anche la possibilità, segnalata sempre dalla FAS, di Cruise con testata atomica a bordo della VI Flotta USA con comando a Napoli. La VI Flotta attracca nei numerosi porti italiani ufficialmente a rischio nucleare.
Ascoltiamo il monito ancora attuale dell’appello Russell – Einstein, che invitava ad eliminare le armi nucleari prima che eliminassero loro l’intero genere umano: «ricordiamo la comune umanità e mettiamo in secondo piano il resto».
 
Disarmisti Esigenti, WILPF Italia, No guerra No Nato, Pax Christi, IPRI-CCP, Pressenza, LDU, Accademia Kronos, Energia Felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco atomico (Campagna OSM-DPN), PeaceLink, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, la Chiesa Valdese di Firenze, Mondo senza guerre e senza violenza, Comitato per la Convivenza e la Pace Danilo Dolci-Trieste


La lista degli aderenti sarà sempre aperta: singoli e gruppi potranno sottoscrivere  




NOTA. Nel 1969 l'Italia ha ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), ma di fatto non lo rispetta poiché, a dispetto dell'art. II del Trattato, ospita sul nostro territorio armi nucleari USA...

dalla pagina https://ilmanifesto.it/grandi-manovre-nucleari-alla-camera/

Grandi manovre nucleari alla Camera


Il giorno prima che il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari venisse aperto alla firma alle Nazioni Unite, alla Camera dei deputati è stata approvata il 19 settembre, a grande maggioranza (296 contro 72 e 56 astenuti), una mozione Pd a firma Moscatt e altri.
Essa impegna il governo a «continuare a perseguire l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari attraverso la centralità del Trattato di non-proliferazione (Tnp), valutando, compatibilmente con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica, la possibilità di aderire al Trattato per vietare le armi nucleari, approvato dall’Assemblea generale dell’Onu».
La mozione Pd, «su cui il governo ha espresso parere favorevole», è una cortina fumogena per nascondere il fatto che l’Italia è accodata al crescente riarmo nucleare Usa/Nato ospitando, in completa violazione del Tnp, le bombe nucleari Usa B-61 che dal 2020 saranno sostituite dalle ancora più pericolose B61-12.
La vera posizione del governo Gentiloni è emersa il giorno dopo quando, attraverso il Consiglio nord-atlantico di cui fa parte insieme agli altri 28 governi della Nato, ha respinto in toto e attaccato il Trattato Onu. Alla Camera dei deputati la mozione Pd è stata votata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Scelta Civica, Alternativa Popolare, Democrazia Solidale e Gruppo Misto.
La Lega Nord, assente in aula al momento del voto, con una sua mozione chiama il governo «a non rinunciare alla garanzia offerta dalla disponibilità statunitense a proteggere anche nuclearmente l’Europa e il nostro stesso paese, non necessariamente rispetto alla Russia».
Come se l’Italia fosse in grado di stabilire contro chi debbano essere puntate le armi nucleari Usa. Sinistra Italiana e Articolo 1, nelle loro mozioni respinte dalla Camera, chiedono la rimozione delle armi nucleari Usa dall’Italia in base al Trattato di non-proliferazione e l’adesione dell’Italia al Trattato Onu. Però, sulla mozione Pd, entrambi i gruppi non hanno votato contro ma si sono astenuti. Ha invece espresso voto contrario il Movimento 5 Stelle.
Nella sua mozione, anch’essa respinta, esso non chiede però al governo né la rimozione delle armi nucleari Usa dall’Italia in base al Trattato di non-proliferazione, né l’adesione dell’Italia al Trattato Onu, ma di «relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi nucleari, non facendosi più paravento di un vincolo atlantico alla riservatezza inesistente per i cittadini e i parlamentari Usa» e di «dichiarare l’indisponibilità dell’Italia ad utilizzare armi nucleari, a non acquisire le componenti necessarie per rendere gli aerei F-35 idonei al trasporto di armi nucleari».
La mozione del M5S rispecchia la posizione espressa dall’aspirante premier Luigi Di Maio che «non vogliamo uscire alla Nato» (come ha dichiarato lo scorso aprile in una conferenza negli Usa), che (come ha dichiarato in un’intervista lo scorso giugno) «vogliamo restare nella Nato, ma vogliamo parlamentarizzare gran parte delle scelte».
Illusione o peggio.
Nel Consiglio nord-atlantico, stabiliscono le norme Nato, «non vi è votazione né decisione a maggioranza», ma «le decisioni vengono prese all’unanimità e di comune accordo», ossia d’accordo con gli Stati uniti cui spettano per diritto la carica di Comandante supremo alleato in Europa e gli altri comandi chiave, compreso quello del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato.
Promettere che gli F-35, aerei concepiti per l’attacco nucleare soprattutto con le B61-12, possano essere usati dall’Italia con una sorta di sicura che impedisca l’uso di armi nucleari, equivale a una favola raccontata ai bambini per fargli dormire sonni tranquilli.


venerdì 6 ottobre 2017

Le legge sullo Ius soli in stand-by...

dalle pagine

... Crescono le adesioni allo sciopero della fame per sbloccarla 


Dopo il Def e fino all’approdo della manovra in Senato, a fine ottobre, si apre per il governo una finestra, forse l’ultima, per valutare se lo ius soli ha i numeri per essere approvato. Il ministro Anna Finocchiaro ha avviato contatti informali con i gruppi, in particolare con Ap, per tentare di ammorbidire la contrarietà dei centristi con qualche modifica al testo che accentui il cosiddetto ius culturae rispetto ai diritti di nascita. Un pressing arriva dagli oltre 70 parlamentari, tra i quali esponenti di governo come Graziano Delrio, che hanno aderito allo sciopero della fame a staffetta, che anche la presidente della Camera Laura Boldrini sta valutando. 



“Ius soli, subito la legge”. L'appello dei docenti universitari

Per firmare l'appello

Come docenti universitari/e vogliamo prendere una chiara posizione sulla legge in discussione al Senato della Repubblica che introduce alcune tutele minime per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei minori.

Si tratta di una proposta di legge che riconosce il valore fondante della scuola per costruire il pieno sviluppo di ciascuna persona e l’effettiva partecipazione di tutte e tutti all’organizzazione sociale, culturale, politica ed economica dell’Italia. Non approvare questa legge significherebbe alimentare il razzismo che attraversa la nostra società.

Noi che lavoriamo nelle università, l'ultimo livello del percorso di studi, pensiamo che le nostre studentesse e i nostri studenti –  che sono nati in Italia da genitori stranieri o sono arrivati in Italia da minori e qui hanno frequentato le scuole – debbano aver il diritto di ottenere la cittadinanza.

È inaccettabile costringere dei giovani a diventare “stranieri per legge” al compimento dei diciotto anni, facendoli cadere nella morsa burocratica dei permessi di soggiorno e nella minaccia di non poter più vivere nel paese in cui hanno vissuto da sempre o da tanto e importante tempo.

Nelle aule universitarie nessuno deve sentirsi straniero/a, tutte e tutti devono poter studiare con la stessa speranza di futuro.

Sosteniamo quindi l'appello delle/gli insegnanti della scuola e nello stesso periodo, dal 3 ottobre al 3 novembre, organizzeremo negli atenei italiani iniziative per promuovere l'approvazione della legge.

(firme)
 

giovedì 5 ottobre 2017

1° ottobre 2017. Papa Francesco incontra il mondo accademico e il mondo del lavoro


dalla pagina http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-bologna-mondoaccademico.html

INCONTRO CON GLI STUDENTI E IL MONDO ACCADEMICO


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Piazza San Domenico (Bologna)
Domenica, 1° ottobre 2017

[...]
2. Diritto alla speranza. Tanti oggi sperimentano solitudine e irrequietezza, avvertono l’aria pesante dell’abbandono. Allora occorre dare spazio a questo diritto alla speranza: è il diritto a non essere invasi quotidianamente dalla retorica della paura e dell’odio. È il diritto a non essere sommersi dalle frasi fatte dei populismi o dal dilagare inquietante e redditizio di false notizie. È il diritto a vedere posto un limite ragionevole alla cronaca nera, perché anche la “cronaca bianca”, spesso taciuta, abbia voce. È il diritto per voi giovani a crescere liberi dalla paura del futuro, a sapere che nella vita esistono realtà belle e durature, per cui vale la pena di mettersi in gioco. È il diritto a credere che l’amore vero non è quello “usa e getta” e che il lavoro non è un miraggio da raggiungere, ma una promessa per ciascuno, che va mantenuta.

Quanto sarebbe bello che le aule delle università fossero cantieri di speranza, officine dove si lavora a un futuro migliore, dove si impara a essere responsabili di sé e del mondo! Sentire la responsabilità per l’avvenire della nostra casa, che è casa comune. A volte prevale il timore. Ma oggi viviamo una crisi che è anche una grande opportunità, una sfida all’intelligenza e alla libertà di ciascuno, una sfida da accogliere per essere artigiani di speranza. E ognuno di voi lo può diventare, per gli altri.

3. Diritto alla pace. Anche questo è un diritto, e un dovere, iscritto nel cuore dell’umanità. Perché «l’unità prevale sul conflitto» (Evangelii gaudium, 226). Qui, alle radici dell’università europea, mi piace ricordare che quest’anno si è celebrato il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, degli inizi dell’Europa unita. Dopo due guerre mondiali e violenze atroci di popoli contro popoli, l’Unione è nata per tutelare il diritto alla pace. Ma oggi molti interessi e non pochi conflitti sembrano far svanire le grandi visioni di pace. Sperimentiamo una fragilità incerta e la fatica di sognare in grande. Ma, per favore, non abbiate paura dell’unità! Le logiche particolari e nazionali non vanifichino i sogni coraggiosi dei fondatori dell’Europa unita. E mi riferisco non solo a quei grandi uomini di cultura e di fede che diedero la vita per il progetto europeo, ma anche ai milioni di persone che persero la vita perché non c’erano unità e pace. Non perdiamo la memoria di questi!

Cent’anni fa si levò il grido di Benedetto XV, che era stato Vescovo di Bologna, il quale definì la guerra «inutile strage» (Lettera ai Capi dei Popoli belligeranti, 1° agosto 1917). Dissociarsi in tutto dalle cosiddette “ragioni della guerra” parve a molti quasi un affronto. Ma la storia insegna che la guerra è sempre e solo un’inutile strage. Aiutiamoci, come afferma la Costituzione Italiana, a “ripudiare la guerra” (cfr Art. 11), a intraprendere vie di nonviolenza e percorsi di giustizia, che favoriscono la pace. Perché di fronte alla pace non possiamo essere indifferenti o neutrali. Il Cardinale Lercaro qui disse: «La Chiesa non può essere neutrale di fronte al male, da qualunque parte esso venga: la sua vita non è la neutralità, ma la profezia» (Omelia, 1° gennaio 1968). Non neutrali, ma schierati per la pace!

Perciò invochiamo lo ius pacis, come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza. Per questo ripetiamo: mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri! Vengano alla luce gli interessi e le trame, spesso oscuri, di chi fabbrica violenza, alimentando la corsa alle armi e calpestando la pace con gli affari. L’Università è sorta qui per lo studio del diritto, per la ricerca di ciò che difende le persone, regola la vita comune e tutela dalle logiche del più forte, della violenza e dell’arbitrio. È una sfida attuale: affermare i diritti delle persone e dei popoli, dei più deboli, di chi è scartato, e del creato, nostra casa comune.

Non credete a chi vi dice che lottare per questo è inutile e che niente cambierà! Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande. Voi, giovani, sognate in grande! Sogno anch’io, ma non solo mentre dormo, perché i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole. Rinnovo con voi il sogno di «un nuovo umanesimo europeo, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia»; di un’Europa madre, che «rispetta la vita e offre speranze di vita»; di un’Europa «dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile» (Discorso per il conferimento del Premio Carlo Magno, 6 maggio 2016). Sogno un’Europa “universitaria e madre” che, memore della sua cultura, infonda speranza ai figli e sia strumento di pace per il mondo. Grazie. 


dalla pagina http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171001_visitapastorale-bologna-mondodellavoro.html

INCONTRO CON IL MONDO DEL LAVORO, I DISOCCUPATI, I RAPPRESENTANTI DI UNINDUSTRIA, SINDACATI, CONFCOOPERATIVE E LEGACOOP


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Piazza Maggiore (Bologna)
Domenica, 1° ottobre 2017

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Saluto tutti voi che appartenete al mondo del lavoro, nella varietà delle sue espressioni. Tra queste c’è purtroppo anche quella negativa, cioè la situazione difficile, a volte angosciante, della mancanza di lavoro. Grazie per la vostra accoglienza!

Voi rappresentate parti sociali diverse, spesso in discussione anche aspra tra loro, ma avete imparato che solo insieme si può uscire dalla crisi e costruire il futuro. Solo il dialogo, nelle reciproche competenze, può permettere di trovare risposte efficaci e innovative per tutti, anche sulla qualità del lavoro, in particolare l’indispensabile welfare. È quello che alcuni chiamano il “sistema Emilia”. Cercate di portarlo avanti. C’è bisogno di soluzioni stabili e capaci di aiutare a guardare al futuro per rispondere alle necessità delle persone e delle famiglie.

Nel vostro territorio da lungo tempo si è sviluppata l’esperienza cooperativa, che nasce dal valore fondamentale della solidarietà. Oggi essa ha ancora molto da offrire, anche per aiutare tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno di quell’“ascensore sociale” che secondo alcuni sarebbe del tutto fuori uso. Non pieghiamo mai la solidarietà alla logica del profitto finanziario, anche perché così la togliamo – potrei dire la rubiamo – ai più deboli che ne hanno tanto bisogno. Cercare una società più giusta non è un sogno del passato ma un impegno, un lavoro, che ha bisogno oggi di tutti.

La situazione della disoccupazione giovanile e quella di tanti che hanno perduto il lavoro e non riescono a reinserirsi sono realtà alle quali non possiamo abituarci, trattandole come se fossero solamente delle statistiche. E questa è la tentazione.

L’accoglienza e la lotta alla povertà passano in gran parte attraverso il lavoro. Non si offre vero aiuto ai poveri senza che possano trovare lavoro e dignità. Questa è la sfida appassionante, come negli anni della ricostruzione dopo la guerra, che tanta povertà aveva lasciato. Il recente “Patto per il lavoro”, che ha visto tutte le parti sociali, e anche la Chiesa, firmare un comune impegno per aiutarsi nella ricerca di risposte stabili, non di elemosine, è un metodo importante che auspico possa dare i frutti sperati.

La crisi economica ha una dimensione europea e globale; e, come sappiamo, essa è anche crisi etica, spirituale e umana. Alla radice c’è un tradimento del bene comune, da parte sia di singoli sia di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e assegnarla alla persona e al bene comune. Ma perché tale centralità sia reale, effettiva e non solo proclamata a parole, bisogna aumentare le opportunità di lavoro dignitoso. Questo è un compito che appartiene alla società intera: in questa fase in modo particolare, tutto il corpo sociale, nelle sue varie componenti, è chiamato a fare ogni sforzo perché il lavoro, che è fattore primario di dignità, sia una preoccupazione centrale.

Qui ci troviamo davanti a San Petronio, ricordato come Pater et Protector e raffigurato sempre con la città sulle sue mani. Da qui fisicamente vediamo tre aspetti costitutivi della vostra città: la Chiesa, il Comune e l’Università. Quando essi dialogano e collaborano tra loro, si rafforza il prezioso umanesimo che essi esprimono e la città – per così dire – “respira”, ha un orizzonte, e non ha paura di affrontare le sfide che si presentano. Vi incoraggio a valorizzare questo umanesimo di cui siete depositari per cercare soluzioni sapienti e lungimiranti ai complessi problemi del nostro tempo, vedendoli sì come difficoltà, ma anche come opportunità di crescita e di miglioramento. E questo che dico vale per l’Italia nel suo insieme e per l’intera Europa.
[...]

martedì 3 ottobre 2017

Armi e violenza

Alcuni "post" dello scorso anno...

USA: VIOLENZA IN CASA, VIOLENZA FUORI 

USA: Bimba di tre anni trova un'arma e si spara 


USA: sit-in Dem al Congresso per una stretta sulle armi


Il numero di fucili posseduto legalmente negli USA oggi è stimato fra 20 e 30 milioni
Il numero stimato di fucili AR-15 negli USA è 3milioni, secondo una stima, fra 5 e 10 milioni secondo altre

  • prezzo: a partire da US$900
  • caricatore standard: 30 colpi
  • gittata: oltre 500m 


dalla pagina https://en.wikipedia.org/wiki/Number_of_guns_per_capita_by_country
Densità di armi da fuoco legalmente detenute da civili
Negli USA [dati 2014, oggi in augmento] il numero di armi da fuoci è:
  • 112,6 per 100 abitanti oltre 300milioni di armi da fuoco (il doppio rispetto al 1968)
  • il numero di famiglie che possiede armi da fuoco è sceso dal 50% (1975) a circa il 30% in anni recenti = una famiglia su tre è "pesantemente" armata.

domenica 1 ottobre 2017

primolunedìdelmese... Commercio libero?

primolunedìdelmese
Anno XX - Incontro n. 153

2 Ottobre 2017 - ore 20:30

presso Cooperativa Insieme, via Dalla Scola 253, Vicenza
Parcheggio adiacente. Le persone disabili sono pregate di contattarci per le indicazioni del caso. 

Si raccomanda puntualità!

Libero commercio:
con il TTIP in stand-by, ecco il CETA


Cosa prevede il Comprehensive Economic and Trade Agreement, cioè l'Accordo Economico e Commerciale Globale fra Canada ed Unione Europea? Con quali conseguenze per il made in Italy, in particolare agroalimentare, per il lavoro e i diritti sociali, per la qualità della vita?

Ne parliamo con

Monica Di Sisto

giornalista, vicepresidente di Fairwatch, portavoce della campagna STOP TTIP Italia.